Weekend in Moto in Corsica

Weekend in Moto in Corsica: il mio blog per itinerari in moto

La monotonia della vita, certe volte, prende il sopravvento sui nostri desideri, sui nostri pensieri e sulle nostre emozioni. Tutti noi esseri viventi siamo vittime della monotonia, è inutile negarlo. Chi asserisce di non esserlo perché fa tante cose durante la giornata, se si soffermasse e se ci pensasse bene scoprirebbe che, alla fine, tutte le cose fatte sono sempre le stesse. L’ora della sveglia, la colazione, l’orario del pranzo, il tempo dedicato al bucato e qualsiasi altra cosa si faccia è sostanzialmente scandita dalla monotonia dell’orologio. Anche i nostri amici animali domestici, pensateci bene, fanno sempre le stesse cose alle stesse ore.

“Il matto per antonomasia è colui che ripete lo stesso gesto all’infinito aspettandosi ogni volta un risultato diverso”.

Senza essere matti, ogni tanto è utile alla nostra psiche staccarsi da questa monotonia e cercare, o crearsi, uno svago. Utile per noi stessi, certo, ma anche per tutti coloro che orbitano intorno al nostro piccolo mondo perché è chiaro che se il nostro personalissimo mondo è allegro, solare e sorridente, tutti ne trarranno beneficio.

Così un venerdì, nel tardo pomeriggio, si può imbarcare la moto su un traghetto alla volta della Corsica per vivere un fine settimana all’insegna del rilassamento, della buona cucina, degli splendidi paesaggi e, perché no di qualche bella piega.

E così ho fatto a metà maggio, quando le temperature sono calde senza essere roventi e quando la vegetazione rilascia i suoi profumi migliori.

La cena del venerdì si gusta a bordo, osservando la città di Genova dall’acqua e qualche ora dopo la nave salpa mentre sul ponte ci si gode il fresco. Non so se a voi fa lo stesso effetto, ma a me le navi che salpano gli ormeggi scatenano sentimenti e pensieri contrastanti. Partono calme, lente… si ha tutto il tempo di guardare la città dalla quale ci si sta allontanando e chiedersi, come spesso mi accade nella vita, se si stia facendo la cosa giusta. Ho davvero piacere di staccarmi da quel porto sicuro ed allontanarmi dalla mia quotidianità, da quella monotonia che poche ore prima avrei voluto assolutamente cambiare? Quando la città diventa piccola, però, mi volto e guardo quella oscurità che sembra inghiottire tutte noi piccole formiche su un pezzo di ferro galleggiante e… si! Ho voglia di vivere quello per cui sto partendo. E con questo pensiero carico di positività mi corico in cabina e mi godo un sonno ristoratore.

La mattina mi desto prima della sveglia e  mi gusto la colazione osservando le coste della Corsica. Proprio quelle coste che, di li a poco, percorrerò con la mia moto. Fedele compagna di avventure… lo so che può uccidermi con facilità, ma so anche che sa regalarmi profumi che chiuso in auto non potrei sentire mai. Mi fido di lei. E lei si fida di me. Ecco perché insieme siamo speciali. Un po’ come le coppie umane. Ci vuole un abbandono reciproco all’altro per essere unici.

Bene, è tempo di sbarcare. Lei mi guarda curiosa: “dove mi hai portato, oggi? Dove vuoi che io ti renda felice? Sono qui per te, non mi deludere. Collega il cervello e partiamo!”

In un giorno e mezzo non si può girare tutta l’isola, ovviamente, e quindi il programma di oggi prevede di percorrere il perimetro di Capo Corso, l’appendice settentrionale della Corsica da Bastia a Saint Florant in senso antiorario.

Amici motociclisti attenzione agli attraversamenti pedonali rialzati presenti in ogni centro abitato, alcuni sono molto alti.

Il giro si dirama verso nord, il mare sulla destra è bellissimo ed i colori della macchia penetrano nelle narici, ma in questo tratto di strada quello che più rapisce il motociclista è proprio… la strada stessa! La litoranea è ampia, con curve in vista, asfalto granuloso, volendo molto veloce. Forse troppo dal momento che il villaggio sull’acqua di Erbalunga lo si raggiunge in pochissimo tempo.

Sempre troppo velocemente si raggiunge un punto panoramico sopra Macinaggio dal quale si domina la natura dall’alto.

La strada inizia a salire e si restringe. Siamo in montagna, ora. Attraversando trasversalmente il Capo Corso da est ad ovest sulla D80 si arriva al Moulin Mattei, che è uno dei rari mulini a vento della Corsica. Sovrasta il paese e vanta i meriti della produzione del “Mattei Cap Corse”, noto liquore digestivo al cedro. Dal Moulin Mattei si può godere di una vista mozzafiato a sull’isola della Giraglia e sulle sinuose montagne del Capo che corrono giù verso il mare.

Ma… è davvero tutta qui la Corsica? Bel mare certo, bella strada sicuro, ma… manca qualcosa. Fino ad ora ho ritrovato il paradiso del motociclista è vero. Però manca l’essenza dei panorami. Ho visto sulla destra l’isola d’Elba ed un bel punto panoramico, ma… qualcosa non torna. Proseguiamo, magari verrà fuori un’altra anima di questo lembo di terra una volta italiana, prima che nel 1768 fosse venduta dalla Repubblica di Genova alla Francia.

E infatti… già da alcuni km prima del Moulin Mattei, la strada cambia volto e diventa una classica strada di montagna per valicare i monti. Il tratto montano dovrebbe culminare al passo di Saint Nicolas per poi ridiscendere ed essere nuovamente attigua al mare, presumo.

E invece no. L’isola tira fuori le sue armi e muta radicalmente le sensazioni non troppo lusinghiere (tolto il panorama dal mulino e le belle curve) che ho avuto finora. Cambia la strada, ora stretta e dissestata; cambia il panorama, ora a picco su scogliere grigie che si stagliano sul mare blu; cambia la vegetazione, ora più aspra e brulla.

Non credevo che un tratto montano di poche decine di km celasse una sorta di stargate e mi portasse in un panorama completamente differente da quello vissuto fino ad un’ora prima.

Qui la Corsica regala quelle immagini da cartolina che ben conoscevo nella mia testa, ma che non avevo ancora vissuto. La strada è a tratti pericolosa, lenta, spesso senza protezioni a valle, ma i panorami donano la quiete dei sensi e la voglia di tuffarsi in acqua cresce ad ogni scorcio che si gode dopo ogni curva. Anche qui, sentimenti contrastanti: a sinistra l’incombenza a tratti paurosa di qualcosa di enormemente più grande di noi capace di schiacciarci senza nemmeno accorgersene. A destra la chimera di libertà, di fuga, di possibilità di evadere da questa incombenza. E noi, esseri umani, sempre nel mezzo…

La D80 prosegue verso sud, sempre sospesa a circa 100 metri di altitudine tra l’incombenza delle scogliere e libertà di vedute del mare fino a Nonza, un piccolissimo borgo che conta circa 70 abitanti e che dalla sua posizione arroccata gode di una vista magnifica su una spiaggia nera.

E’ suggestivo osservare una spiaggia di sabbia nera. Il contrasto con l’azzurro del mare ed il verde della macchia mediterranea rende il panorama surreale. Le sabbie nere di Nonza furono mescolate a metà del 20° secolo agli scarti di lavorazione di una vicina miniera (ingrandendo così l’arenile), ma studi recenti hanno evidenziato la abbondante presenza di amianto, anche se non in fibre ritenute pericolose per la salute (il mare ha asportato i filamenti potenzialmente pericolosi). Gli abitanti del borgo sostengono sia una spiaggia sicura, a voi la scelta di quanto tempo trascorrere su questa spiaggia…particolare! Noterete delle scritte sulla sabbia. I pochi visitatori hanno l’abitudine di appoggiare sassi bianchi sulla spiaggia nera, creando parole e frasi, spesso d’amore.

Il giro in moto prosegue sempre verso sud fino a Saint Florent, ridente cittadina con un porto turistico e locali caratteristici con volte a botte in mattoni a vista. Lasciatevi suggestionare e pranzate in uno dei numerosi ristorantini presenti nelle piccole vie interne. Il prezzo non sarà dei più economici, ma il luogo varrà la spesa extra. Noterete anche piccoli negozi all’interno dei quali potrete trovare abiti adatti alle vostre esigenze, magari anche sensuali. D’altro canto, sceso dalla moto e tolta la tuta, ogni motociclista è a suo modo sensuale (beh forse non proprio tutti…) lasciatevi andare. Siete in vacanza!

La strada verso Bastia non è molto veloce, ma scorrevole e piacevole. Sale con una rapidità impressionante ed appena vi volterete verso valle capirete di quanto siete saliti. Prima di arrivare a Bastia noterete la città dall’alto. Come al solito un bel panorama corso che si presenta come una cartolina appoggiata alla visiera.

Guidare la moto stanca e quindi mi risulta piacevole cenare dopo una giornata in sella e andare a riposare dopo poco tempo. Bastia la vedrò domani mattina.

La mattina inizia presto con l’allestimento su piazza Saint Nicolas, davanti al porto, di un mercatino dell’antiquariato. Il nome è tipico della megalomania francese… perché di antico non c’è quasi nulla. Assomiglia moltissimo al nostro “mercanti per un giorno” dove chi si registra per tempo può esporre la merce che intende vendere.

Non sono così interessato alla tipologia di prodotti, così faccio un giro veloce e mi addentro nelle vie della città. Ci sono due cose che mi colpiscono immediatamente: l’inquinamento dell’aria e l’architettura delle case. Per l’inquinamento non posso farci nulla, così è, ma se foste particolarmente sensibili, vi consiglio di portarvi qualcosa che filtri l’olezzo dei gas di scarico dei veicoli.

Dicevamo dell’architettura. Bene, passeggiate con lo sguardo all’insù. Noterete palazzi stranamente ristrutturati su una o due pareti esterne. Quasi mai su tutti i lati. La cosa mi colpisce perché non capisco la motivazione di tale scelta. Quasi tutti i palazzi sono vecchi e con il bagno, ora ristrutturato a deposito o come appendice alla stanza interna, sul balcone o sul ballatoio. Molti di essi presentano alcune pareti esterne non solo allo stato originario, contrariamente agli altri lati ristrutturati, ma addirittura con segni di taglio della parete stessa. Ci sono edifici che sembrano essere stati collegati a quelli di fianco e che ora non lo sono più. Ora tra un edificio e l’altro si trova una fontana, una scalinata o altro, ma le pareti lasciano in vista lo scarico delle acque nere e grigie, le tubazioni del gas, i corrugati per i cavi elettrici. Non è difficile scorgere tali elementi. Siate curiosi e, se avete il tempo che non ho avuto io, domandate ai locali il motivo di tali scelte.

Vicina a piazza Saint Nicolas, trovo una chiesa che non è riportata nemmeno su Google Maps (e questo, nel 2014, mi rende molto curioso), così vi entro e scopro un particolarissimo soffitto a listoni di legno. Se vi interessa scoprire questa particolarità, la chiesa è situata in rue Josè Luccioni sull’angolo con la strada ad alto scorrimento che conduce al porto.

Raggiungo la Place du Marchè per acquistare un formaggio locale che poi risulterà molto buono ed entro nella chiesa Saint Jean Baptiste, la più grande di tutta la Corsica, per ammirarne l’interno. Non sono molto avvezzo alla cultura architettonica sacra, ma sono sicuro che tra voi ci sarà qualcuno in grado di apprezzare la maestosità del luogo.

Uscendo dalla chiesa mi ritrovo di fianco al vecchio porto con le barche private che hanno come cornice la città vecchia. Lo spettacolo è suggestivo, ma decido di passare oltre e risalgo la Rue du Colle per godere il panorama del faro del vecchio porto dall’alto.

Ridiscendo una scalinata che mi riporta in riva al mare e scopro che l’idea di posticipare il giro al porto vecchio è stata proficua perché, scendendo, il colpo d’occhio è molto gradevole.

E’ quasi ora di riprendere la nave. La moto mi guarda e sa già che verrà imbarcata e legata come un cavallo purosangue fuori dal saloon.

Il pomeriggio lo passerò in navigazione, lo sbarco a Genova è previsto per le 18,30 ed uscendo dal porto di Bastia, questa volta, i sentimenti non sono più contrastanti. Il ricordo della strada, dei profumi, delle vedute, delle scogliere, delle spiagge, delle chiese e del mercato è vivido e mi fa pensare che ci tornerò. E che voglio vivere un’altra parte di questa isola così tanto particolare da cambiare volto dopo ogni curva. Ciao Corsica, arrivederci a presto!

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